Giovbiss: "SM Leuca - Pescara"

Sono a cena alla Canottieri di Salò (si mangia bene, si spende poco e non si deve essere soci, però in genere si deve prenotare) e chi ti vedo? Il vecchio amico Gianni. E' un poco che lo voglio contattare perchè da quando ho venduto il Polaris cerco imbarchi in giro.

-Gianni quanto tempo che non ti vedo. Ti cercavo perchè, se hai bisogno di un mozzo quando fai i trasferimenti....-
-Beh Giò se vuoi, tra tre giorni, se sei a SM di Leuca, ti imbarco perchè devo portare la barca sù in Adriatico per gli Italiani-
-Mah così su due piedi..., beh scambiamoci i cellulari, che ti so dire-
Ci scambiamo i numeri come due innamorati.

Tornato a casa la sera mi dico:
-Senti Giò, nella tua nuova posizione dirigenziale puoi chiedere le ferie quando vuoi. Se scappi vicino a ferragosto non credo che in ospedale resti qualcuno abile a farti le scarpe. I giochi si faranno a settembre.... Insomma se vai in ferie non se ne accorge nessuno...-

Detto fatto. Il giorno dopo, candido come una mammola, presento alla segretaria il modulo ferie e questa, malgrado le mie galanti attenzioni, non mi fila neanche di striscio
(eh, già prima degli anta zoppicavo, ora con le donne è proprio come se fossi tetraplegico!! Per di più, malgrado la mia strordinaria bellezza e la mia travolgente simpatia, mia moglie mi ha messo addosso un aggeggino che, simile a quello di Harry Potter, nel mio caso, conferisce il dono dell'invisibilità selettiva nei confronti delle donne giovani e belle!! E pensare che è un microapparecchietto niente niente vistoso!! Un cerchietto di metallo nobile, giallo ed inossidabile, chè chissà che microdiavolerie elettroniche racchiude!! Per la verità la sua potenza non è completa. Infatti qualche donna riesce a penetrarlo. Ma in genere sono signore "datate" e magari anche un attimino sfattine!! Una volta deve essersi starato perchè ho avuto proposte anche ...da ...un uomo!! Mah devo trovare qualche tecnico che me lo disattivi. C'è nessuno in Lista??? Ma torniamo a noi...)
e archivia la richiesta per riconcentrarsi sull'impresa che sta compiendo, peraltro piuttosto delicata, di dipingersi le unghie; eh si nota che il Direttore Sanitario è in ferie!!.
-Giò-mi dico-qua nessuno si accorge che esisti. Sicuramente non sei "la chiave di volta" come nel Codice da Vinci; se te ne vai l'ospedale qui stà in piedi benissimo!!-

E così mi precipito a casa e mi attacco al Net. E qui commetto un errore, che poi ha confuso soprattutto Ugo (poi vi dico). Penso che gli italiani siano ad Ancona e non a Pescara, come in realtà è. Così la rotta, in realtà di circa 350 nm, la sopravvaluto in circa 420 nm.
Valuto le opzioni: l'auto non è in grado di tornare da sola dal sud, l'aereo oltre che costoso mi costringe a treno-bus-aero check in-attesa bagagli-arrabbiatura perchè sono finiti ad Oberbozen; acquisto di mutande e dentifricio in loco..Insomma mi sembra poco pratico. Resta il treno.
Vado in Agenzia.
-Nòòò noi (sguardo che lampeggia a lettere fosforescenti: ma che pezzente che sei!!) non trattiamo biglietti di treno, solo aereo. Vada in stazione!-
Obbedisco.
-No cuccette finite. Resta il "letto" che costa un poco di più. E' praticamente un miniscomparto con una cuccetta a castello. Desenzano- Mi-Lecce... In tutto 98 euro...-
Valuto se con una scena pietosa tipo: "saa mia mogliee...Lasciando intendere che o sono cornuto o che la poverina ha un male incurabile e naturalmente costosissimo", oppure"saa i quattro figli, la suocera paralitica, il papà che me lo hanno bocciato per la seconda volta alla maturità, il cane con la peronospera, il gatto con la gastrite..." ma temo che il bieco impiegato sia tetragono ad ogni disgrazia umana. Così abbozzo e sgancio un centone. Il sinistro servitore delle FFSS tenta ancora un affondo. Mi assegna d'ufficio il letto in alto.
-Eh noo-penso-anche se sono di aspetto incredibilmente giovanile qualche "accenno" di prostata ce l'ho. Se devo scendere dall'alto calpestando uno sconosciuto nel cuore della notte avrei qualche difficoltà a convincerlo che in realtà stò andando due scomparti avanti da Giovanna Mezzogiorno!!.-
Così lo blocco e pretendo"almeno" (aòò ti ho appena consegnato un centone!!) la cuccetta a livello paiolo!!

La sera successiva parto. Mi prendo "il letto". Aspetto la fermata successiva e non entra nessuno nel mio scomparto. Mi chiudo dentro, mi caccio sotto le coperte (chissà perchè l'aria condizionata deve essere sempre a canna!), mezzo articolo di Focus, e dormo come un angioletto (qual sono...), tutta una tirata, fino al mattino dopo, quando un cameriere muto (presto imparerò che qui risparmiano sulle parole) mi consegna cappuccio e brioche per pochi spiccioli. Mi sbarbo nella minitoilette del mio scompartimento e poco dopo le 8 sono a Lecce.

Faccio un passo indietro. A casa, cercando su Trenitalia scopro che SM di Leuca è un paese virtuale. Cioè i binari ci arrivano ma le FFSS arrivano solo fino a Lecce.
Poi "hic sunt leones". Bisogna scendere, cercare una "cosa loro" tipo Sud Est Treni con orari "loro" e poi si arriva a Galliano che è "vicino" a Leuca.
Un rude marinaio qual io sono non si arresta neppure davanti alla "Tempesta perfetta". E che sarà mai?? A Lecce individuo la biglietteria locale rapidamente, cioè in quindici venti minuti, acquisto il nuovo biglietto e cerco il binario...che...non c'è! Nel sottopasso si arriva sino all'8. Peccato che io debba andare al 9! Vado all'8 e chiedo. Un uomo mi risponde:
-Per Galliano? Là!-
E si ricuce la bocca indicando vagamente con lo sguardo dei binari morti dove giacciono due vecchi vagoni tipo "Littorine" artisticamente affrescati da notturni bombolettari.
Attraverso i binari a piedi, rischiando la vita, e raggiungo le littorine che non sono per niente in disuso, come mi sembrava, ma anzi sono le "fiammanti " vetture della linea locale Treni Sud Est. Individuo anche un cartello con un orario e scopro che di lì a cinque minuti devono partire per Gallipoli. Infatti il manovratore finisce la sigaretta e, con un ritardo accademico di solo 9 minuti, mette in moto e parte.
Io non sono caduto nel tranello. So infatti che sullo stesso binario , come in Olanda o in Svizzera, arriverà un secondo convoglio nei prossimi dieci minuti. E incredibilmente è proprio così. E' il mio!! Mi informano che bisogna cambiare a... un paese dal nome strano.
Ma io marinaio, dei sette mari, non mi lascio intimorire e salgo. Il treno parte in perfetto orario, cioè con un ritardo di 9 minuti. A bordo gentiluomini che parlano idiomi locali, che riposano profumati piedi sul sedile antistante e si rilassano fumando sigarette. Non trovo dove erano affissi i "fasci littori", essendo le vetture d'epoca sicuramente contemporanee del Duce, e mi godo questo viaggio d'altri tempi come se fossi sull'Orient Express. Ad un certo punto la breve teoria di vetture si ferma. Gente che va di Qua , gente che và di là. Tento la fortuna e salgo sul mezzo limitrofo. Infatti ci becco e con un altro venti minuti di "sferragliamento" giungo a destinazione.

Scendo a Galliano alle 11.09. Mi dirigo all'uomo con cappello militare che sta armeggiando su uno scambio "a mano" rigorosamente vintage.
Parlo io, tanto so che loro sono laconici.
-Devo andare a Leuca. C'è l'autobus o il taxi?-
-Il bus ma a mezzogiorno-
E ripiomba nella totale afasia.
Esco nella piazzetta assolata ed afosa. Due cartelli uno di quà: linea Galliano Lecce ed uno di là: linea Galliano Lecce. Gli orari mostrano "passaggi" ogni circa 40'. Di taxi nemmeno l'ombra. Case imbiancate di calce. In giro neanche un gatto.
Aspetto: 11.45-12.00-12.30. Del bus nemmeno l'odore dello scappamento.
Passa una volante dei Carabinieri.
-Si, l'autobus "dovrebbe" passare...o forse no... bisogna andare giù alla statale...a piedi?... sono 4-5 km-
Non mi sono di molto aiuto. Invidio la loro luccicante auto blu mentre si allontanano.
Inizio ad essere un tantinello stressato. Nei criptici e mendaci cartelli individuo un numero verde. Adesso mi sentono!!
-Sì signore l'autobus fa linea dalla stazione. Mi dia il suo cell che la richiamo-
Sconvolto da tanta professionalità dimentico ogni proposito bellicoso.
Dopo cinque minuti;
-Signore l'autobu è passato alle 11.43. Ho parlato con l'autista-
-Signorina l'autobus"non è" passato!!-
-Ma lei dentro la stazione stava?-
-No signorina "ero fuori". E poi la stazione e la piazzetta sono poco più grandi del quadrato del Polaris. Mi creda qui del bus neanche l'ombra!-
-Mi spiace ma "ora" il bus stà tornando a Lecce. Sarà di nuovo lì "intorno" alle 13.30-
Grazie alla rigida educazione ricevuta non stravaso nel turpiloquio ma con ringraziamenti capaci di tagliare a fette il diamante Kohinoor saluto l'efficente impiegata, metto in strada il trolley ed incavolato come chi ha appena pagato le tasse, mi incammino a piedi.
Ma ecco il miracolo. Come in un film di Fellini compare dal nulla un autobus fantasma che si materializza di fianco a me alitandomi in faccia fresche ed invitanti zaffate di aria condizionata.
-Va a Lecce?-
-No-
probabilmente qui Prodi fa pagare un centesimo a parola. Decido di investirne due (di centesimi, perchè per investire Prodi ci vuole almeno un Hummer)
-A Leuca?- azzardo timoroso.
-Si-
Mi decido e salgo mentre penso: - Ma dove diavolo stavi che non ti sei fatto vedere per due ore ed ora compari con una sospetta materializzazione?-
Mah misteri di questa Italia del sud che tanti difetti ha ma che in realtà (ed in questo non sono scherzoso) è fatta di uomini fieri ed ospitali e di terre e mari meravigliosi.

*
Finalmente si arriva a Leuca.
Oddio non proprio vicino al marina ma meno di due km mi sembrano lievi, sia pure nella calura del sole al picco, perchè ho raggiunto finalmente la meta. Il marina mi appare visto dall'alto su un fondo di mare blu. Ma un blu come si vede a Rodi o a Santorini.
Tutto è ordinato ed efficiente. All'ingresso trovo appunto Gianni che sta andando al ristorante con un lui ed una lei. Lui, saprò poi, è un componente del team, lei è la sua ragazza. Mi accompagnano alla barca dove deposito il bagaglio. La barca è un GS 37 nuovo di trinca.
Scopro che le spese sono tutte a carico del team, compreso il trasporto.
Al ristorante mangio, se possibile, con ancora più appetito. Le orecchiette alla crudaiola sono squisite. Il pesce eccezionale. Il vino bianco fresco un farmaco salvavita. Ecco, dopo un periglioso viaggio, sono rientrato nella dimensione che si confà, al mio rango!.

Dopo pranzo la coppia ci saluta per tornare a casa in treno ed io e Gianni ci imbarchiamo sul GS.
Gianni è un ex bancario che è andato in pensione appena ha potuto. Dall'infanzia va in barca. Ha vinto tutto localmente e molto anche a livello italiano. E' timoniere di Asso, capace di dare di spi con 35 nodi e fumarsi una sigaretta. Ora è uno dei pochi del Lago che viene pagato per fare il timoniere. Uno di questi ingaggi è la gestione di questa barca che abitualmente è stanziale a Fezzano. Avevano deciso di andare agli Italiani ed i soci del team "dovevano" portare "loro" durante luglio-agosto la barca di qua facendo vacanza. Invece alla fine è toccato a Gianni. Quelli che ho appena conosciuto lo hanno potuto aiutare poco e solo nella tratta Roma SM Leuca. Infatti il lui, di notte a vela andando a 7 nodi con mare formato, ha avuto dei problemini con lo stomaco per cui Gianni si è cuccato, credo, circa 24 ore ininterrotte di veglia. La ragazza ha viaggiato come un pacco postale ed ha altre funzioni ma non quelle di "marinaio".
Capisco che Gianni è un poco sollevato di avermi a bordo.

La barca è una macchina da regata. Progetto Vrolijch (quello di Alinghi, lo so che lo sapete!), lunga 11.60 larga 3,68, dislocamento 6400 kg, in origine il bulbo doveva essere di 2,40 m., poi Vrolijch ha pensato che in IMS pagava troppo ed ha ridotto il pescaggio a 2,00 m. Conclusioni, dice Gianni; è una barca che è difficile, come vedrò, far andare diritta. Opera viva rigidissima in vetroresina con dei rinforzi annegati nella resina che distribuiscono il carico di bulbo, albero, lande, in modo diffuso secondo un sistema costoso, mutuato (per non dire copiato) dagli X.
Tutto il peso è in basso. Ponte in balsa, bulbo ellittico dimato con macchina a controllo numerico, timone piccolo ed allungato come una lama. La barca pesa quasi due tonnellate di più del Polaris ma, al contrario di quest'ultimo che sembra un camion , al timone sembra leggera come una deriva. Lo scafo è praticamente una scatola da scarpe a cui hanno applicato davanti un prisma triangolare. Nessuna stellatura.
Malgrado vi sia a prua, nel gavone, una catena di almeno 50 m. la prua è sollevata di quasi mezza spanna dall'acqua. In pratica se arriva un'onda da dietro, lo scafo surfa ed accelera (ho visto facilmente 8-8.5 kn). Se invece la prua, senza slancio e voluminosa, si ingavona nell'onda, la velocità può scendere anche a 3.5 kn. Inoltre ovviamente non vi sono volanti. per cui se si vuole dare la forma voluta alle vele bisogna centrare l'albero prima della regata (per regolamento non si può in regata). Per cui se centri l'albero per vento forte e poi ti trovi in bonaccia con le vele piatte...perdi!!. Completa di vele (tutte North) da trasferimento e da regata (in 3D) è costata 260 mila euro (30.000 Euro solo di vele!!).
Gli interni sono signorili ed il quadrato molto più ampio del Polaris. Gli oblò sono fissi, per non intralciare le scotte se aperti ( ma non bastava chiuderli?). Vi è un passo d'uomo per la cabina di prua, un secondo in quadrato. Un piccolo tambucio sopra la doccia, ampia e separata dal bagno, ed un altro per la cabina di poppa. Insomma dentro si muore di caldo e di nausea.

Decidiamo di fare un primo grande tirone SM leuca-Vieste. La cambusa c'è, io sono abbastanza riposato, Gianni no ma si fida di me. Quindi partiamo.
La barca è da regata, a bordo non hanno ancora acquistato il portolano e l'elenco fari e fanali. Abbiamo le pagine azzurre ante '90, un GPS cartografico ma senza le mappe della zona, solo le principali località senza alcun dettaglio, un secondo GPS palmare ed una carta generale dell'Italia, ad occhio 1:10.000.000.
Le prime 35-40 nm fino al canale d'Otranto sono fantastiche. In giro non c'è nessuno. La costa è verde, rocciosa con il sole che la fa risplendere. Case poco o niente. A motore si va a 7 kn. A vela, con lo scirocco idem per cui andiamo a vela. Se porta la barca Gianni sembra il pilota automatico. Non devia dalla rotta più di due gradi a dritta o a sinistra. Se prendo la ruota io, tra l'altro abituato alla barra, scantono di qua e di là di cinque gradi quando va bene. Ogni tanto vado in confusione ed il Junbo impietoso all'albero mi informa che sono "fuori" di 20-25 gradi mentre Gianni ( ma come diavolo fa ad accorgersene se ha gli occhi chiusi?) mi "arronza" come fossi uno scolaretto che fa male i compiti. La barca mi sembra una saponetta. Mi scappa da tutte le parti. E le onde non sono neanche molto alte. Sicuramente meno di un metro.Mi chiedo se vorrei una barca così per la crociera. Mi fa la stessa impressione dell'optimist. Ci siete mai saliti? Sono barche che o vanno, ed in questo caso vanno forte, oppure non vanno. Insomma barche che non perdonano!
La Puglia scorre per la prima volta davanti ai miei occhi incantati.Vediamo alcuni paesi, un grosso complesso di case, probabilmente Bari, ed una costa verde e con colline pianeggianti. E' un gran bel paesaggio, reso ancora più bello dal fatto che non c'è in giro nessuno. Gianni non è capace di stare fermo. Si alza, scruta l'orizzonte col binocolo, scende sottocoperta, consulta il GPS, si prepara mozzarella e pomodori. Io, a terra da un poco, non ho per niente il piede marino. Ho una sottile nausea che non mi impedisce però di mangiare "in coperta" tonno e granoturco.

Ormai è notte. Valuto ad occhio che siamo più o meno all'altezza di Ostuni. Lui è cotto. Decidiamo che egli dorma dalle 22 alle 24. Poi mi darà il cambio .
Il vento è girato a grecale. L'onda non ci è più amica. Pieghiamo la randa. Che casino con il vento e senza lazy!! Indosso l'autogonfiabile e mi rizzo con il penzolo. Ho freddo, sonno ed ora non mi sembra più tanto una bella avventura!! Penso al mio lago quando con una Vinessina di 10-12 nodi filo nel sole come volassi! Accendo uno stranfiero elettronico di mia figlia. La radio gracchia ma ho caricato Guccini, Paoli, Battiato, i Dare Straits, De Andrè, perfino gli Shadows (qualcuno li ricorda?). E la magia ritorna. Capisco quanto sono fortunato: di avere braccia gambe, cuore, respiro, tutto in buona efficenza, di essere su una barca da mezzo miliardo, nel cuore della notte in un posto bellissimo!!
A mezzanotte sale Gianni. Faccio il grande e gli dico che poteva anche aspettare ma in realtà sono felicissimo! Vado sottocoperta. Come scendo mi rendo conto che le onde sono notevoli e "frullano" la barca che è un piacere. Maledico Vrolijch che ha tolto 40 cm di bulbo e...mi coglie un conato di vomito. Acchiappo un provvidenziale secchio. Esplico il dovuto. Svuoto il secchio nel wc ma lo tengo vicino a me per ogni evenienza.
Mi stendo nel quadrato a piede d'albero e mi addormento quasi istantaneamente. Alle 02.00 Mi sveglio autonomamente e salgo in coperta. Gianni è felice di darmi il cambio. La situazione è peggiorata. Le onde sono più alte. La tuga è bassa, naturalmente senza spray hood, ed ogni onda la salta con conseguente secchiata d'acqua. Rimpiango il Polaris che anche nella tempesta era quasi asciutto in pozzetto!!
Sono pieno di sale. Gli occhiali ho dovuto toglierli da tempo! La barca sembra un motoscafo e fa due baffoni a prua ad ogni onda. Gianni da sottocoperta mi urla di ridurre la velocità. E' giusto. Inutile spanciare a 7 kn nell'onda per scendere ogni volta a 3.5. Tanto vale andare un poco più piano e ridurre la "frenata" di ogni impatto. Se Dio vuole finisce il mio turno. Torno a dormire.

Alle 06.00 Gianni mi sveglia concitato. Il meteo dà burrasca 7-8 nel mediterraneo centrale con groppi nel meridionale. Ho scarse conoscenze in geografia ma secondo me siamo nel meridionale. Mi guardo intorno. Tutto tranquillo.Vedo un complesso montuoso..sarà la Majella? In lontananza a dritta, sulla terraferma del nero sospetto.
-Dai Gianni- dico -se ci fosse un burrascone lo vedremmo e poi qui al massimo siamo al confine tra meridionale e centrale. Se ci becca ci becca di striscio!-
-Ho capito- risponde - ma non è che ci sia un "muro" tra i due settori. A motore, con onda formata non risaliamo un tubo-
-Una tormentina non ce l'hai?-
-"Credo" di sì ma deve essere sotto quel cumulo di vele in quadrato!-
Siamo a posto penso. Ma possibile che appena metto piede su una barca mi trovi un vento di prua di almeno 20kn e promesse di burrasca incipiente? Intanto siamo diventati taciturni. Si inizia a vedere, nel chiarore del mattino, in lontananza, il promontorio del Gargano. A dritta il cielo è sereno ma a sinistra , sopra la terraferma, c'è un nero preoccupante. Tutti e due ci aspettiamo da un momento all'altro una botta da 40 nodi!
Leggiamo più volte le nostre Pagine Azzurre "d'epoca". Secondo loro Vieste è un porto da 50-60 barche ma il pescaggio è di almeno 2 m. Insomma la mattina passa con una costa che non vuole avvicinarsi, con secchiate d'acqua in faccia, e con il sottoscritto che medita di dedicarsi ad attività più tranquille quali l'allevamento dei bruchi o la coltivazione delle rose.

**
Se Dio vuole finalmente intravvediamo la bocca del porto.
Ignoriamo il passaggio sud, dove il pescaggio è di un metro ed entriamo a perpendicolo in porto. Meraviglia!! Negli ultimi 20 anni, con buona pace delle nostre Pagine Azzurre, è sorto un enorme porto con lunghe banchine, ancora vuote, che a mio avviso ha tranquillamente la capienza di 400 barche! Della burrasca nemmeno l'ombra. Sogno l'ormeggio ed un sonno ristoratore...ma prima dobbiamo fare gasolio. Il distributore è là in fondo sulla sinistra.
Ho in mano la ruota io e dirigo direttamente in quella direzione. Un barcone per turisti diretti alle grotte ha appena ultimato il rifornimento e stà facendo una retro dirigendo verso di noi. Incoscientemente valuto di passare tra il barcone e la banchina. Intanto un ferro da stiro di almeno 20 metri ci sorpassa e sembra dirigersi proprio dove stò andando io.
Gianni, forse impensierito dalla possibile noia derivante dal fatto di dover compilare tonnellate di moduli per la Casko dopo che ho affondato 260 mila Euro, mi sottrae d'ufficio il timone ed accosta decisamente alla dritta sia del barcone che dello Yacth. Intanto da terra vediamo alcune persone che giovialmente si sbracciano per salutarci. Salutarci?? Intanto capiamo che il ferro da stiro non voleva fregarci il distributore ma solo manovrare per accostare in retro, dietro la nostra posizione. Il barcone è ormai discosto dal distributore ma stranamente sta fermo come in attesa di eventi. Ma che eventi? Gianni accelera... accelera...accelera e la barca resta ferma!!
"Adesso" capiamo finalmente che le allegre persone che "ci salutavano" in realtà ci indicavano una secca!!
Riesco a passare una cima al barcone che, con una vigorosa e fumosa accelerata, ci disincaglia. Ma la barca ha acquistato troppa velocità e malgrado Gianni metta tutto il timone alla banda stiamo per finire su un peschereccio ormeggiato all'inglese.
Dal peschereccio dicono di lanciare una cima che aiuteranno la rotazione!! Niente paura! C'é capitan Giovbiss che, con agile scatto agguanta una cima. Capisco che Gianni è un tantinello agitato perchè la sua voce ha guadagnato almeno due ottave. Niente paura, lo tranquillizzo io...ora lancio la cima...Forse però anche io ho perso un micron della mia proverbiale freddezza che fa tanto yachtsman inglese!! Infatti colgo correttamente alcune cocche di cima nella sinistra ed altre due tre nella destra e lancio, naturalmente con la destra!! Peccato che la cima corrente sia nella mano sinistra e il tratto di cima lanciato cada in acqua non appena la bitta che la assicura la trattiene!! La cosa rende felice Gianni che innalza "ringraziamenti" agli dei. Grazie ai miei eccezionali riflessi riesco comunque a recuperare e rilanciare scongiurando una rovinosa collisione! Dopo questa mia brillante performance mi produco anche con una discreta imbranatura nel recuperare la trappa , una volta giunti all'ormeggio, che ci è stato assegnato. Naturalmente, per la nota legge di Murphy, proprio mentre entriamo di poppa, una rabbiosa raffica fa scadere la prua sottovento!! La collisione viene evitata dieci centimetri prima dell'abbordo solo grazie alla mia "straordinaria agilità" ed ai miei "ferrei muscoli" che riescono ad imbrigliare la trappa sulla bitta all'ultimo secondo, proprio come in un film di Hitchcock!!

Finalmente siamo fermi. Non so perchè, malgrado vi sia il cielo ormai tutto coperto e fischi un vento di almeno 20 nodi, improvvisamente mi sia venuto un gran caldo!! Prendo shampoo ed asciugamano (eh io non dimentico niente!) e mi dirigo verso le costruzioni.
-Lei di che banchina è?-
Ma perchè la gente risponde ad una domanda con una domanda?
-Della A-
-Allora non può accedere a "questi"servizi. Deve andare alla costruzione vicina-
Emmipareva che fosse semplice farsi la doccia!
Ma ecco le docce....porc putt vanno a gettone! E naturalmente il portamonete è in barca!! No money no shower!!
Sono troppo stanco per impietosire il barista con un prestito (1.5 Euri a gettone) e ritorno mestamente alla barca, naturalmente ormeggiata proprio in fondo alla banchina.
Acquisto ben due gettoni. Ma riusciremo a farci la doccia in due con uno solo.
Se qualcuno passa da Vieste gli posso dare un gettone per la doccia della banchina A!!.
Finalmente nanna per buona parte del pomeriggio. Ci svegliamo rinfrancati. Non è ancora ora di cena e comunque abbiamo da fare. Pulizie interne e riassetto di tutto ciò che poteva volare e che è volato. Soprattutto lavaggio esterno con acqua dolce perchè la barca sembra un "pesce al sale".
Finalmente belli come cherubini, puliti e sbarbati andiamo alla conquista di Vieste. Vieste è bellissima. Vicoletti stretti con case aggrappate alla roccia quasi a picco sul mare. Tanti tanti ristoranti e pizzerie. Tanta tanta gente (ci dicono fino a 300.000 persone in estate!!). Non troviamo bar per il nostro aperitivo: ghiaccio aperolsoda e un dito di vino bianco. O meglio ne troviamo uno che sta aprendo per la sera. Ha un look "leopardato", le poltrone sono fatte a forma di mano con le dita rivolte in alto ed aperte. Ci sediamo, non senza precauzioni, per evitare inconvenienti al retrobottega e aspettiamo.
Non ci filano per un quarto d'ora. Forse non siamo del genere giusto. Diciamo che ripasseremo poi e ci defiliamo. Scegliamo un ristorante con terrazza in alto sul mare. Cena con antipasto, primo, secondo (tutto a base di pesce) vino bianco fresco e..limoncino.
Ci alziamo che se ci fanno il palloncino ci ritirano la patente per duemila anni e ci dirigiamo verso una vicina gelateria. Non si può non apprezzare i gelati del sud! Le coppe che ci servono contengono circa mezzo kg di gelato.
Ma io temendo l'inedia ho fatto anche aggiungere un paio d'etti di panna montata!! Conclusione al termine il freddo ha abbassato la mia temperatura corporea di almeno due gradi e tremo visibilmente. Per fortuna riprendiamo a piedi la strada!
Epperò ci fermiamo ad un Intenet Point. Perchè di Meteobari ne ho abbastanza, lui e le sue burrasche che sono già passate e soprattutto più a nord!! Windfinder.com ci informa che l'indomani vi saranno solo 10-15 kn di vento da Maestrale. E così sarà.

Di nuovo in barca breefing del valoroso equipaggio. Da Punta Penna a Pescara ci sono circa 95 miglia. Se dovessimo avere vento di prua ed onde che ci frenano sia a vela che a motore rischiamo di atterrare di notte e questo lo vogliamo evitare. Nel nostro GPS, a parte Bari, non sembrano esservi porti. Le pagine azzure indicano un porto , mi pare Marina del Sole che sembra avere 2 m di pescaggio ed è a circa a 70 nm da Punta Penna. Se ci alziamo presto al mattino arriviamo sicuramente prima di sera. Il successivo poi 25-30 miglia fino a Pescara saranno una passeggiata:
Ormai si è fatta mezzanotte. Andiamo a dormire per partire l'indomani mattina alle 06.00. E già mattina Gianni ha già acceso il motore. Lascio la trappa e sfiliamo nel mattino del nuovo giorno verso nord.
Non so a voi ma a me la partenza all'alba dà sempre ua certa emozione. Non sono nel tranquillo termostatato luogo dove lavoro o nella sicura tranquillità della mia casa. E' un poco come quando facevo regate e mi alzavo di buon mattino per portare da solo la barca sul luogo di regataa. (Si sa l'equipaggio arriva sempre all'ultimo minuto e scende sempre appena finita la regata e.... senza piegare neanche le vele!!.)
Non so cosa mi aspetta., malgrado GPS Kevlar telefonini dovrò per molte ore fidarmi soprattutto dei miei sensi, della mia testa. Tutto può succedere e comprendo appieno quanto sia vero l'augurio che ci scambiamo abitualmente.
BV giovbiss! Che gli Dei del mare ti diano Buon Vento!!
La giornata è stupenda e filiamo a sette nodi con vento al traverso. La barca è viva. Non c'è molta onda. Il basso pescaggio la fa camminare veloce e sicura. Risponde alle regolazioni con docilità. Forse Vrolijch non hai fatto proprio una ciofeca!! Sto benissimo e non ho nemmeno un filo di nausea. Ne approfitto per fare abbondante colazione e, più tardi, un pranzo dignitosamente calorico.

Sfioriamo le Tremiti. Peccato che abbiamo deciso di non fermarci. Non sono un ridosso sicuro se dovessimo sostare la notte perchè non c'è porto. Non importa le visiterò in futuro o...nella mia prossima vita!
Il GPS cartografico è in sciopero e non funzionerà per tutta la giornata. Ci affidiamo al palmare che però non può essere tenuto acceso per non consumare batteria. Diciamo che stiamo navigando un tantinello "a vista". A vista non so di chè perchè senza Portolano e non conoscendo i luoghi e con una carta generale abbiamo un'idea approssimativa di dove siamo. Comunque la giornata è stupenda e nel primo pomeriggio siamo in vista di Marina del Sole.
Binocolo, occhiali lustri, attenzione al massimo...ma il porto dov'è? Secondo il GPS è davanti a noi ma non si vedono alberi di barche a vela. Per la verità proprio non si vede! Proviamo col VHF.
-See (con piglio "milanese") Qui marina...-
-Scusate l'idiscrezione ma non vi vediamo. Ci potete dare le coordinate?-
Le coordinate coincidono.
-Va bene dirigiamo verso voi. Pescaggio due metri vero, come c'è scritto?-
-No signore abbiamo solo posti per barche a motore. Con la risacca non possiamo assicurare che non tocchiate se pescate più di 1.50 metri!-
-Ahh grazie tante, proseguiamo!!-
Che fare?. Tornare a Bari siamo sicuri che troviamo. Ma allora era meglio andare alle Tremiti! Vabbè andiamo avanti altre nove miglia fino ad Ortona. E così facciamo.

Ortona è un bel porto non grandissimo ma accogliente. Circondato da spiaggia sabbiosa e frequentata.
Al VHF:
-Qui F.C. chiediamo ormeggio per un 37 piedi-
-Dovete chiamare la LNI, vi diamo il numero di cell...--
Perfetto. In perfetto stile marinaresco Qui ci si parla per telefono. E se uno il cell non ce l'ha?
-Sì qui LNI. Siete soci?... Ah no? Spiacente ma non concediamo ormeggio!!-
E vabbè, ci abbiamo provato con le buone maniere. Adesso entriamo con perfetto stile "portoghese"!!
Entriamo ed a dritta vediamo una banchina dove ci si può ormeggiare all'inglese. C'è anche un omino che ci prende la cima di prua e ala gagliardamente. Io sono al giardinetto a mettere un piede per scostare un motoscafo, Gianni è a poppa 12 metri lontano dalla prua...la barca ruota per l'accosto all'inglese, ma l'omino modifica l'abbrivio riportando la prua in rotta di collisione col duro cemento.
Percorro in un microsecondo la distanza poppa prua ma arrivo giusto per vedere la prua che dà un tocco alla pietra perdendo una scaglia di gelcoat grande come una prugna.
Poi mediteremo sull'accaduto che in barca deve comandare e fare solo una persona. Qualsiasi influenza esterna, pur benevola può fare casino!! L'omino si sente un poco colpevole perchè di lì a poco torna con il gelcoat proprio dello stesso colore.
Lo applichiamo. Ma dopo due ore è ancora fresco. Speriamo che abbia messo almeno un microngrammo di catalizzatore e che prima o poi si solidifichi!!
Ora siamo ormeggiati e, come da manuale, il GPS cartografico, dato che non è più utile, riprende a funzionare e ci informa che siamo a circa 9 nm da Pescara!!
Porca trota! Se lo sapevamo andavamo diretti!
Beh non importa andiamo a cena al ristorante sulla spiaggia!!

Qui sono sfasati come in Spagna e si mangia alle 9-9,30. Poco male ci consoliamo Con due aperitivi per ingannare l'attesa. A
l ristorante, sempre solo per ingannare l'attesa parte a stomaco vuoto, 1/2 bottiglia di bianco (ma è così buono e così fresco!!). Il pasto sarebbe costituito da antipasto, linguine alle vongole e pesce alla griglia ma soccombiamo dopo 18 assaggini di antipasto. A questo punto paghiamo ed andiamo a dormire.

L'indomani mattina partiamo alle 07.00 e siamo a Pescara prima che arrivi in responsabile degli ormeggi.
-Ma se dobbiamo andare lì, di fianco a quel One Off (che tra l'altro è l'unico che impensierisce in regata) non possiamo fare da soli?-
-No perché l'ormeggio è difficoltoso. Dovete attendere qui sotto alla torre!-
Naturalmente si scordano di noi ed alla fine, spazientiti, recuperiamo un tizio che passeggia per la banchine:
-Ah voi dovete ormeggiare per le regate?-
Mi trattengo dal rispondere che no eravamo in viaggio di piacere io e Gianni e che eravamo lì per fare bird watching. Ma alla fine compare un ragazzo con gommone che ci aiuta nell'ormeggio Gli spazi sono tali che ci si può girare con la Forrestal e la difficoltà è dovuta al fatto che le trappe a prua sono due invece di una.
Salutiamo la barca chiamiamo un taxi ed eccoci in stazione. Gianni dice:
-Tu che hai studiato vedi di tenere i biglietti-
E mi consegna quattro foglietti, pinzati a due a due che ripongo con cura nella tasca anteriore dei jeans. Ma ecco poco dopo arriva il treno. Siamo in mezzo alla folla di mezzestate.
-Che numero di carrozza abbiamo?
-La 17, mi pare-
-E' un po' difficile, -dice Gianni- visto che i vagoni sono solo undici!-
Conqustato dalla sua fredda logica estraggo i biglietti da tasca e non mi avvedo che due di questi cadono a terra e vengono subito inghiottiti dalla folla
-Hai ragione -dico-carrozza sette!-
Appena il treno è partito consegno i due biglietti a Gianni e naturalmente non trovo i miei. Corro dal Controllore, cosa agevolissima, visto che ci sono in vettura solo duemila persone in più che bivaccano nei corridoi con bagagli, passeggini, strumenti musicali, figli in tenera età e generalmente piagnucolanti..
-Signore non trovo più il mio biglietto: Ora lo cerco bene e poi quando lei arriva ci regoliamo-
-Eh vabbé, mo vediamo...-
Andiamo nella carrozza sette, la nostra. Naturalmente è l'unica che ha l'aria condizionata rotta. Ci rifugiamo nella otto, un poco in piedi, un poco seduti quando si libera un posto.
Per tutto il viaggio, fino a MI mi sento come fossi un corriere della droga e pavento l'arrivo del Controllore. Effettivamente ad un certo punto arriva ma solo per trovare posto a due passeggeri che lamentano il disservizio dall'aria condizionata della sette.
Un cretino di fianco a me gli passa il biglietto ed io penso: "Adesso Giò sei proprio fregato ti chiederà il biglietto, dovrai ricomprarlo e magari te lo farà pagare anche doppio!!
Ma il controllore è sudato stanco, malpagato, demotivato. Oblitera distrattamente il biglietto del mio disgraziato vicino e se ne và. Non tornerà più. Secondo me per non attraversare la folla sudata e maleodorante e soprattutto perché deve passare dalla famigerata vettura sette dove si deve sentire gli improperi dei passeggeri incattiviti dalla rottura dell'impianto di climatizzazione.
Il mio vicino, quello che si è fatto obliterare il biglietto mi aveva sentito che dicevo di avere smarrito il mio!! Vorrei fargli una lezione di bon ton ma desisto dallo scatenare una rissa solo per mantenere un basso profilo e non attirare Controllori curiosi.
Vado quindi nella piazzola davanti la toilette. Il mio mantello dell'invisibilità toppa ancora una volta, ma sempre nel modo meno adatto. Mi abborda una signora bionda, almeno sessantenne che ha solo un pregio: una figlia trentenne, con i capelli castani, raccolti in una coda e soprattutto un fondoschiena sodo e ben tornito.
Eh già ho sempre affascinato le madri, mai le figlie. Così nella speranza di conoscere la figlia, che mi lancia sguardi annoiati e per niente interessati, mi cucco la madre che ha viaggiato ed è anche intellettuale.
-Di dove veniamo?.Noi siamo dell'Europa centrale-
E mi guarda come se io dovessi automaticamente individuare il suo paese d'origine. Visto che taccio, rincara:
-Eh voi italiani non siete molto forti in geografia!!...-
Non c'è niente che faccia imbestialire di più un cornuto che il ricordargli che è cornuto!!
A me poi la cosa dà ancora più fastidio!! No non per le corna, che anche se le ho, non sapendo di averle, non mi pesano, ma per la mia ignoranza in geografia. Così, visto che un poco per l'Europa ho girato, le chiedo qual è sto maledetto paese:
-Noi siamo di Praga!!-
Che diamine perché non lo ho indovinato subito! Era così palese!!. Purtroppo però Praga è una delle poche città europee che non conosco. Però lei mi concede la domanda di riserva:
-E in Norvegia è mai stato??-
Dice con fare allusivo.
Ma porc putt adesso per essere" in" bisogna per forza essere andati in Norvegia? Ecco perché lo scorso anno, chiedendo al cellulare a mia sorella dove trovavo un ferramenta in Verona mi ha risposto che "lei" era in Norvegia!! Si vede che ultimamente, se non sei stato in Norvegia, non sei nessuno!! Ma se per di più non sei mai stato a Praga, non sai la geografia e tra l'altro hai anche il ginocchio sinistro del jeans strappato non per fashion ma perché i pantaloni sono logori (particolare che vi avevo taciuto fino ad ora per dignitosa vergogna) allora caro Giovbiss sei proprio nei guai!!
A niente valgono i miei successivi enormi sforzi di sembrare intellettuale! Lei parla della Chiesa Bizantina. Io spolvero ricordi di Chiese Ortodosse, rammento il concilio di Nicea, lo Scisma...
Filosofeggio sull'aldilà, sulla vita, sulla morte. Alludo alla mia professione (che comunque talora mi dà un tocco da intellettuale).... Niente da fare! Ho toppato. Non mi presenterà mai la figlia con il sedere da urlo!! Ci guadagno solo un "buon viaggio" in greco che suona un poco come "una specie di "Calimero taxi"

Il resto del viaggio non ha storia.
Appena entrato in casa però mi chiama sul cell Ugo.
No non quello, quell'altro! Parlo di uno dei fondatori della Lista, uno che ha timonato un AC, uno dotato di attributi!! (lo so, lo so che anche l'altro Ugo in questo campo non scherza!)
E in considerazione del suo lavoro sospetto che questi ultimi siano anche inossidabili!
Insomma pensandomi ad Ancona, invece ero a Pescara, anzi ormai a Desenzano voleva incontrarmi e magari farmi fare un giretto sul suo ragnetto. Anche per lui la vita era dura con questo tri. Che noia andare sempre a 12-13 nodi!!
Inutile dire che la cosa mi ha fatto un enorme piacere.
Eh prima o poi Ugo un giro ad Ancona ce lo faccio.
Ma attento che dopo ti schiaffo giù un raccontino appena un poco più breve del Riccardo II°....
E poi non so se mi richiamerai mai più al cellulare!! "

BV

Giò

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